Psicanalisi
La paura è un termine che può fare riferimento a stati di
intensità emotiva diversi, da lievi emozioni, come la preoccupazione
e l’inquietudine, a intense emozioni, come l’ansia, il terrore,
la fobia o il panico. Che cos’è che si nasconde dentro l’animo
umano, che cosa sono quei moti o quelle pulsioni, per dirla con termini
freudiani, che rimangono latenti, ma all’improvviso si manifestano
in esplosioni paragonabili al Grido di Munch? L’inconscio è
un universo ancora poco esplorato in cui la personalità può
rivelare le lacerazioni brutali della follia. Di seguito si fornisce una
breve trattazione delle teorie psichiche freudiane.
L’apparato psichico
Freud suddivide la psiche in tre <<province o istanze>>. L’Es
è la più antica, il suo contenuto è tutto ciò
che è ereditato, è presente fin dalla nascita; le pulsioni
trovano qui in forme a noi sconosciute una prima espressione psichica. L’Io
è la seconda provincia generata da un’evoluzione particolare
dell’Es sotto l’influsso del mondo esterno. L’Io dispone
dei movimenti volontari, il suo compito è l’autoconservazione:
per quanto riguarda l’esterno impara a conoscere gli stimoli, accumula
nella memoria l’esperienza su di essi, evita quelli di eccessiva intensità,
impara a modificare il mondo esterno a suo vantaggio; per quanto riguarda
l’interno, nei confronti dell’Es, impara a controllare le richieste
pulsionali, decidendo se dare loro soddisfacimento, rimandarle o reprimere.
L’esaltarsi delle tensioni prodotte dagli stimoli è percepita
come dispiacere, il ridursi come piacere. Evita il dispiacere e aspira al
piacere. A un incremento di dispiacere risponde con un segnale di angoscia.
La terza ed ultima provincia è detta Super-Io: si struttura nell’Io
come l’influsso perpetuato del lungo protrarsi dell’età
infantile, nel quale l’essere umano vive in uno stato di dipendenza
dai genitori. Il Super-Io rappresenta ciò che l’individuo ha
recepito da altre persone..
L’inconscio
L’inconscio non costituisce il limite inferiore del conscio, ma la
realtà abissale primaria di cui il conscio è solo la manifestazione
visibile. All’interno della psicanalisi è necessario porre
una distinzione: si possono individuare due zone, il preconscio e l’inconscio.
Il preconscio comprende quei processi che diventano facilmente coscienti,
poi non lo sono più, ma possono ridiventarlo senza fatica (la coscienza
è uno stato quanto mai fuggevole). L’inconscio comprende altri
processi che non accedono così facilmente alla coscienza, devono
essere dedotti, intuiti, tradotti. Il diventare cosciente si verifica nello
strato più esterno dell’Io. L’interno dell’Io ha
la qualità del preconscio. L’inconscio è l’unica
ed esclusiva qualità che domina l’Es. Originariamente tutto
era Es, nel corso della lenta evoluzione determinati contenuti dell’Es
si sono trasformati, assumendo lo stato di preconscio ed essendo accolti
nell’Io. Altri sono rimasti immutati costituendone il nucleo difficilmente
accessibile. Il giovane e fragile Io ha poi riconvertito nello stato inconscio
contenuti che aveva precedentemente accolto e nei confronti di certe impressioni
che avrebbe potuto accogliere, ha fatto sì che queste lasciassero
una traccia solo nell’Es. Questa parte dell’Es è detta
rimossa.
Le pulsioni
La potenza dell’Es esprime il vero intento vitale dell’individuo,
soddisfare i suoi innati bisogni. L’Io, tutelandosi con l’angoscia,
deve trovare il modo più promettente e meno pericoloso di soddisfare
tali bisogni, tenendo conto del mondo esterno. Il Super-Io può mettere
in campo nuovi bisogni, ma il suo compito principale è di limitare
i soddisfacimenti. Vengono dette pulsioni le forze che si suppone stiano
dietro le tensioni dovute ai bisogni. Sono tensioni che mirano al raggiungimento
dell’equilibrio. Sono due le pulsioni fondamentali: l’Eros e
Thanatos. L’Eros o libido tende a stabilire un’unità.
Le fonti della libido sono somatiche, la pulsione affluisce all’Io
da vari organi e zone del corpo. Thanatos o la pulsione di distruzione mira
a dissolvere l’unità. Si può supporre che il suo fine
ultimo sia di portare il vivente allo stato inorganico. Può essere
considerata una pulsione di natura conservatrice. Non si può prendere
in considerazione l’idea che l’una o l’altra delle pulsioni
possa essere confinata a una delle nostre province psichiche.
L’angoscia nei rapporti tra le istanze psichiche
Il nocciolo del nostro essere è dunque formato dall’Es oscuro,
il quale non tratta direttamente con il mondo esterno e anche alla nostra
conoscenza diventa accessibile soltanto grazie alla mediazione di un’altra
istanza. In questo Es sono all’opera le pulsioni organiche, le quali
sono composte a loro volta da miscele variamente proporzionate di due forze
originarie (Eros e distruzione) e si differenziano le une dalle altre per
il loro rapporto con gli organi o i sistemi organici. Queste pulsioni mirano
a una cosa sola: al soddisfacimento che ci si attende da determinate alterazioni
organiche con l’aiuto di oggetti del mondo esterno. Ma il soddisfacimento
pulsionale immediato porterebbe con una certa frequenza alla rovina, nonché
a pericolosi conflitti con il mondo esterno. L’Es non conosce preoccupazioni
intese ad assicurare la sopravvivenza, non conosce l’angoscia, o,
meglio, può sviluppare gli elementi sensitivi dell’angoscia,
ma non sa utilizzarla. L’Es, tagliato fuori dal mondo esterno, ha
il suo proprio mondo di percezioni, ubbidisce all’inesorabile principio
di piacere. Il cosiddetto Io si è sviluppato dallo strato corticale
dell’Es, tale strato munito com’è dei dispositivi per
la ricezione e l’allontanamento degli stimoli, è in diretto
contatto con il mondo esterno (la realtà); partendo dalla percezione
cosciente ha assoggettato al proprio influsso regioni sempre più
vaste e strati sempre più profondi dell’Es. L’Io è
dominato dai problemi di sicurezza, si è posto il compito dell’autoconservazione,
compito che l’Es sembra invece trascurare. L’Io si serve delle
sensazioni di angoscia come di segnali che annunziano pericoli minacciosamente
incombenti sulla sua integrità, infatti è minacciato sia da
pericoli provenienti dalla realtà esterna, sia dalle pulsioni provenienti
dall’Es, combatte quindi su due fronti: deve difendere la propria
esistenza contro un mondo esterno che lo minaccia di annientamento e contro
un mondo interno troppo esigente, raramente riesce a fuggire ai pericoli
interni. Il Super-Io svolge quelle funzioni che erano state esercitate a
suo tempo da quelle persone del mondo esterno, i genitori, che lo avevano
all’inizio protetto. Esso osserva l’Io , gli impartisce degli
ordini, lo orienta e lo minaccia con punizioni. E’ la nostra coscienza
morale. Dimostra spesso una severità di cui i genitori non hanno
dato prova, non soltanto giudica l’Io per le azioni effettivamente
compiute, ma anche per i pensieri e le intenzioni irrealizzate che il Super-Io
conosce. Il Super-Io è l’erede del complesso edipico e si insedia
solo in seguito alla liquidazione di quest’ultimo. La sua eccessiva
severità non segue perciò un modello ideale, ma corrisponde
all’intensità con cui il soggetto ha dovuto difendersi dalla
tentazione del complesso edipico. Quando l’Io ha resistito con successo
alla tentazione di fare qualcosa che potrebbe urtare il Super-Io, si sente
innalzato nel proprio sentimento di sé e rafforzato nell’orgoglio,
come se avesse fatto un’importante conquista. In questo modo il Super-Io
continua a svolgere per l’Io il ruolo di un mondo esterno, nonostante
sia diventato parte del mondo interno.
Nevrosi: disturbo funzionale in cui non c’è riscontro organico.
E’ una malattia della personalità caratterizzata dai conflitti
intrapsichici che inibiscono le condotte sociali, l’evasione della
realtà è parziale. E’ caratteristica del soggetto nevrotico
la presenza di reazioni abnormi agli avvenimenti. I sintomi nevrotici rappresenterebbero
i meccanismi di difesa che l’individuo attua nei confronti dell’angoscia.
Se da un lato le esigenze dell’Es sono eccessive, o se il Super-io
è troppo debole o troppo rigoroso e poco duttile, può accadere
che l’Es abbia il sopravvento e l’Io sia costretto a comportamenti
asociali e proibiti; oppure può accadere che il Super-io troppo rigido
provochi la rimozione o altri processi di difesa. Psicosi: la realtà
esterna viene negata, perché induce un dolore troppo grande e insopportabile;
vengono utilizzati sistemi di difesa più primitivi (diniego: negare
che qualcosa sia avvenuto; scissione: coesistenza all’interno della
psiche di due stati contrapposti; identificazione proiettiva: attribuzione
ad altri di aspetti indesiderati della propria psiche)
- Descrivi le sensazioni fisiche e psichiche che ti hanno coinvolto in una situazione di forte paura
- Prova a descrivere e ad analizzare le tue paure e confrontale con quelle dei tuoi compagni. Ci sono delle somiglianze?