Il Gigante Egoista

Il Gigante Egoista

La trama
Un gigante molto egoista era assente ormai da molti anni dal suo bellissimo castello. Nel grande giardino che lo circondava i bambini giocavano e si divertivano. Quando il gigante fece ritorno si Il Gigante Egoistaarrabbiò moltissimo, fece costruire un alto muro intorno al giardino e vi affisse un cartello che vietò l’ingresso a tutti. Da allora i bambini non seppero più dove giocare perché non vi erano altri spazi adeguati. Il tempo passò, arrivò l’inverno e poi ancora la primavera. Nel giardino del gigante però la primavera non voleva saperne di tornare, i fiori si rifiutavano di sbocciare e gli uccellini si rifiutavano di cantare perché non c’era più il vociare dei bambini a tenere loro compagnia. La neve e il gelo decisero così di occupare il giardino per tutto l’anno, invitando anche il vento del nord e la grandine. Il gigante era ormai stanco di quel freddo invernale e non capiva perché la primavera tardasse ad arrivare. Una mattina finalmente alcuni bambini riuscirono ad entrare nel giardino attraverso un varco nel muro, una musica soave destò l’attenzione del gigante: la primavera era arrivata. Il gigante vide un bambino molto piccolo che non riusciva a salire su un albero, allora capì quanto era stato egoista e corse ad aiutare il bambino. Da allora ogni pomeriggio i bambini giocavano nel giardino del gigante, ma il piccolo che il gigante aveva aiutato a salire sull’albero non ritornò più. Passarono gli anni e il gigante invecchiò, finché una mattina d’inverno lo rivide: aveva delle ferite ai polsi e alle caviglie. Il gigante chiese arrabbiato chi gli avesse procurato quelle ferite, ma il bambino lo tranquillizzò affermando che quelle erano le ferite dell’amore e gli chiese se adesso voleva seguirlo nel suo giardino.

Figure e Temi

Il muro: serve per custodire e preservare il giardino, che il gigante non vuole condividere con nessuno. Il muro ha due facce della medaglia: da una parte protegge ciò che sta all’interno, ma dall’altra isola dal mondo esterno. Il gigante si è barricato nel suo castello in una prigione dorata, che lo farà sentire sempre più solo.
Il cartello di divieto: serve per tenere lontani i bambini. Nel momento in cui una regola viene messa per iscritto, questa diventa ufficiale, non la si può violare. Affiggendo il cartello il gigante vuole sottolineare il suo diritto, garantito dalla legge, ad escludere i bambini dal giardino. Un capriccio diventa in questa maniera diritto e legge.
Il giardino: è metafora del cuore del gigante. Si ricopre di neve e gelo quando il cuore del gigante è freddo e arido, mentre fiorisce quando il cuore del gigante si apre all’amore.
La natura: diventa un personaggio e prende parte alla storia. Nel momento in cui i fiori non vogliono sbocciare perché sono tristi per i bambini, rivelano delle reazioni umane. Questo risulta ancora più chiaro per quello che riguarda neve, gelo, il vento del nord e la grandine. Come delle furie questi personaggi mettono a soqquadro il giardino, si comportano come dei diavoletti dispettosi e rappresentano il dolore e la tristezza che abitano l’animo del gigante. La natura è divisa in maniera netta tra bene e male: la primavera si occupa di rappresentare il primo termine dell’opposizione, mentre all’inverno spetta il secondo termine.
Il pianto: il pianto di un bambino ha un significato universale, la pietà che produce nell’animo umano è capace perfino di ammorbidire il duro cuore del gigante.
Egoismo: è un atteggiamento che caratterizza coloro che sono preoccupati unicamente di se stessi e del proprio benessere e tendono ad escludere gli altri dalla partecipazione dei beni materiali e spirituali che già possiedono. Nella favola l’egoismo è rappresentato da diversi elementi: il muro, il cartello di divieto, l’inverno. L’inverno è la stagione più fredda, la natura sembra assopirsi, per questo si presta meglio a rappresentare l’egoismo.
Altruismo: è l’atteggiamento opposto all’egoismo, è caratteristico di chi si preoccupa per gli altri e con gli altri condivide i propri beni materiali e spirituali. Nella favola è la primavera che rappresenta l’altruismo: i profumi, il calore del sole, il cinguettio degli uccelli sono una presenza della natura, che si risveglia, dà conforto agli animi ed esprime gioia.
Solitudine: la condizione di chi si sente da solo, senza amicizie, senza alcun conforto. Il muro che il gigante si è costruito lo separa dal resto del mondo, lo isola e rende il gigante molto triste.
Amore: i bambini, che con i loro schiamazzi riempiono di vita e di gioia il giardino, rappresentano ciò che il gigante aveva dimenticato, l’amore. Soltanto dopo aver visto il bambino piangere, il gigante viene come invaso dal nuovo sentimento e compie un atto d’amore nei suoi confronti. Come ricompensa il gigante riceve ciò che di più si possa desiderare, l'amore eterno.

La struttura del racconto
I personaggi di un testo narrativo costituiscono un insieme nel quale entrano in rapporti reciproci: possiamo vedere questo insieme come un sistema, in cui ogni personaggio ha valore e significato nel momento in cui si rapporta con gli altri personaggi. Possiamo così distinguere alcuni ruoli fondamentali:

struttura del racconto

Il protagonista: è il personaggio o il gruppo di personaggi, che funge da attore delle vicende fondamentali della storia.
L’oggetto di valore: ciò che il protagonista deve raggiungere, il suo obiettivo.
L’antagonista: l’avversario del protagonista, ostcola il raggiungimento dell’oggetto di valore.
Gli oppositori: coloro che ostacolano il protagonista; a differenza dell’antagonista, i motivi dell’opposizione non sono strettamente correlati all’oggetto di valore.
Gli aiutanti: coloro che favoriscono il protagonista nel raggiungimento dell’oggetto di valore.

Questo modello non può essere applicato in maniera meccanica a tutti i racconti e non si può neanche pretendere che esaurisca il significato di un racconto, il modello ha semplicemente una funzione ordinatrice, cioè fornisce uno schema di elementi che si ripete generalmente nelle opere narrative.

Nella nostra favola il "protagonista" o "eroe" coincide con il Gigante, da cui originano le azioni principali della vicenda.
L’"oggetto di valore"è rappresentato dal sentimento d'amore: all’inizio della favola il gigante aveva il cuore ottenebrato dall’egoismo, dopo l’incontro con il bambino il gigante riscopre l’amore.
I personaggi invernali (neve, gelo, grandine e vento del nord) sono gli oppositori: il giardino del gigante rimane coperto di neve tutto l’anno, la grandine arriva a rompere tutte le tegole del tetto.
Al contrario, i bambini e la primavera sono portatori di valori positivi. Soltanto alla fine della favola il gigante si riconcilierà con gli "aiutanti" (primavera e bambini), ottenendo così il suo oggetto di valore, l’amore.
Il ruolo dell’antagonista manca nella vicenda, ma possiamo riconoscere nello stesso gigante l’opposizione che ostacola il raggiungimento dell’oggetto di valore: l’egoismo è il reale antagonista.

La favola racconta la formazione del protagonista: dopo anni di solitudine, il Gigante si era impoverito, il suo cuore era diventato duro, non era in grado di andare incontro agli altri perché la rabbia glielo impediva. Soltanto dopo una serie di prove, il Gigante impara ad accettare quei valori positivi, che prima negava: l'amore e la solidarietà.
La prima prova è la solitudine sofferta durante il lungo inverno, la seconda prova è costituita dall’atto di amore che il gigante compie nei confronti del bambino. Quest’ultima prova si può definire prova glorificante, in quanto è la prova che attesta l’avvenuta maturità del protagonista e l’assegnazione dell’oggetto di valore. Alla fine del racconto l’eroe viene premiato con un dono: l’amore assoluto ed eterno.


Proposte di lavoro:

Prova a scrivere una poesia che si ispiri a questa favola

Prova a scrivere anche tu una favola che abbia come tema l’egoismo.

Esistono nella nostra società dei “giganti egoisti”?