Il muro di Israele
La nascita dello stato di Israele
Nel 1947 l'assemblea delle Nazioni Unite (ONU [è la più
estesa organizzazione internazionale e comprende la quasi totalità
degli Stati del pianeta]) stabilì
la creazione di uno stato ebraico e di uno stato arabo in Palestina. Tra
il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948 ebrei e palestinesi
si fecero guerra perché entrambi volevano controllare la zona più
vasta del territorio.
Nel 1948 fu fondato lo Stato d’Israele, che si estese su un territorio
ben più ampio rispetto a quanto l’ONU avesse stabilito. Moltissimi
palestinesi dovettero fuggire dalla guerra o furono espulsi dalle loro case.
Da quel lontano 1948 si susseguirono molte guerre, il nuovo stato di Israele
si dovette difendere dai frequenti tentativi di espansione di numerosi stati
arabi, Egitto, Siria, Libano, Iraq, Giordania. I paesi arabi non vollero
riconoscere la legittimità dello Stato di Israele.
L’ONU stabilì che si ritornasse ai confini che c’erano
prima della guerra, ma Israele violò la decisione dell’ONU
e annesse Gerusalemme.
La questione palestinese
A differenza di quasi tutti gli stati arabi, che solitamente sono retti
da monarchie o da governi costituiti da un unico partito, i palestinesi
sono organizzati in una molteplicità di gruppi che si confrontano
in un’organizzazione unitaria, chiamata Olp (Organizzazione
per la liberazione della Palestina). I gruppi politici palestinesi sono
finanziati da tutti i paesi arabi. Sono migliaia i profughi palestinesi
che negli ultimi anni sono stati costretti a lasciare la loro terra e che
ora vivono, come in esilio, negli stati arabi che li ospitano, ma anche
qui i palestinesi non sono sempre ben accetti.
Alcuni gruppi palestinesi presero una grave decisione che si ripercosse
sugli anni a venire: decisero di adottare metodi terroristici
non solo nei confronti di Israele, ma anche nei confronti dei paesi occidentali
perché ritenuti responsabili della condizione di esilio che il popolo
palestinese subiva. Il terrorismo palestinese riceveva segretamente l’appoggio
della Libia e della Siria e stringeva alleanze con altri gruppi terroristici
occidentali. Gli attacchi terroristici consistono soprattutto nel dirottamento
di aerei, nella cattura di ostaggi, nell’assalto di “commando”
suicidi contro obiettivi militari o civili.
Il terrorismo riesce con mezzi poveri a diffondere la paura nella popolazione.
Le guerre proseguirono ancora per molti anni. La guerra dello "Yom Kippur", termine
che indica la festività religiosa ebraica che si celebra il 6 Ottobre, scoppiò nel 1973 e coinvolse Israele e l'Egitto. L'Europa e gli Stati Uniti subirono
una grave crisi economica perché i paesi arabi bloccarono le esportazioni
di petrolio. Gli Usa avviarono un processo di pace, che ottenne qualche risultato. Nel
1977 l’Egitto e Israele firmarono un accordo a Camp David.
Nell' agosto del 1988, il movimento terrorista palestinese dichiara la Jihad (guerra
santa) contro Israele dando inizio a quella che verrà chiamata
la prima Intifada (in arabo significa rivolta, sollevazione).
Gli attentati in Israele ed all'estero diventarono sempre più intensi.
Arafat, leader palestinese, e Rabin, leader israeliano, firmarono finalmente
un trattato di pace il 13 settembre del 1993 alla Casa Bianca di fronte
al presidente americano Clinton.
Quando ormai i rapporti si erano distesi, il 4 novembre del 1993 Rabin venne
assassinato da un estremista ebreo.
Il successore di Rabin, non rispettò
gli accordi e permise che gli israeliani fondassero delle colonie al di
fuori del loro territorio, questo rovinò il processo di pace che
si stava realizzando e favorì l’inizio di un nuovo stato di
tensione.
Gerusalemme Est venne occupata da Israele, le proteste dei
palestinesi vennero represse nel sangue. Gli attacchi terroristici dei palestinesi
aumentarono.
Iniziò così quella che viene chiamata la seconda Intifada.
Ogni tentativo di accordo fra le parti fallì.
Nel 2004 Arafat muore e in Palestina si tengono nuove elezioni: Abu Mazen
viene eletto primo ministro palestinese. Intanto gli attentati terroristici
palestinesi non si fermano.
Il muro
I lavori per la costruzione del muro, voluto da Israele a ridosso della
linea di demarcazione lungo il confine con la Cisgiordania, sono cominciati
nel giugno del 2003. Sono stati creati lunghi tratti di reticolati, alternati
da muri di cemento alti fino a otto metri, con telecamere e avanzati sistemi
di allarme elettronico per impedire infiltrazioni di terroristi nello Stato
ebraico.
La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, il 9 luglio 2004, ha
giudicato illegale il muro perché viola i diritti umani, infatti
le condizioni di vita dei palestinesi in questo modo peggiorano ulteriormente.
Gli israeliani ribattono però che il muro ha ridotto di molto gli
attacchi suicidi. Qualche settimana dopo l’Onu ha chiesto lo smantellamento
del muro.