La struttura del racconto
I personaggi di un testo narrativo costituiscono un insieme nel quale entrano in rapporti reciproci: possiamo vedere questo insieme come un sistema, in cui ogni personaggio ha valore e significato nel momento in cui si rapporta con gli altri personaggi. Possiamo così distinguere alcuni ruoli fondamentali:
• Il protagonista: è il personaggio o il gruppo di personaggi, che funge da attore delle vicende fondamentali della storia.
• L’oggetto di valore: ciò che il protagonista deve raggiungere, il suo obiettivo.
• L’antagonista: l’avversario del protagonista, ostacola il raggiungimento dell’oggetto di valore.
• Gli oppositori: coloro che ostacolano il protagonista; a differenza dell’antagonista, i motivi dell’opposizione non sono strettamente correlati all’oggetto di valore.
• Gli aiutanti: coloro che favoriscono il protagonista nel raggiungimento dell’oggetto di valore.
Questo modello non può essere applicato in maniera meccanica a tutti i racconti e non si può neanche pretendere che esaurisca il significato di un racconto. Il modello ha semplicemente una funzione ordinatrice, cioè fornisce uno schema di elementi che si ripete nelle opere narrative, salvo alcune variazioni ed elisioni. E' uno strumento da cui partire per analizzare un testo di tipo narrativo.
Nella nostra favola il "protagonista" o "eroe" coincide
con il Gigante, da cui originano le azioni principali della vicenda.
L’"oggetto di valore"è rappresentato dal sentimento d'amore:
all’inizio
della favola il gigante aveva il cuore ottenebrato dall’egoismo,
dopo l’incontro con il bambino il gigante riscopre l’amore.
I personaggi invernali (neve, gelo, grandine e vento del nord) sono gli
oppositori: il giardino del gigante rimane coperto di neve tutto l’anno,
la grandine arriva a rompere tutte le tegole del tetto.
Al contrario, i bambini e la primavera sono portatori di valori positivi.
Soltanto alla fine della favola il gigante si riconcilierà con gli
"aiutanti" (primavera e bambini), ottenendo così il suo
oggetto di valore, l’amore.
Il ruolo dell’antagonista manca nella vicenda, ma possiamo riconoscere
nello stesso gigante l’opposizione che ostacola il raggiungimento
dell’oggetto di valore: l’egoismo è il reale antagonista.
La favola racconta la formazione del protagonista: dopo
anni di solitudine, il Gigante si era impoverito, il suo cuore era diventato
duro, non era in grado di andare incontro agli altri perché la rabbia
glielo impediva. Soltanto dopo una serie di prove, il Gigante impara ad
accettare quei valori positivi, che prima negava: l'amore e la solidarietà.
La prima prova è la solitudine sofferta durante il lungo inverno,
la seconda prova è costituita dall’atto di amore che il gigante
compie nei confronti del bambino. Quest’ultima prova si può
definire prova glorificante, in quanto è la prova
che attesta l’avvenuta maturità del protagonista e l’assegnazione
dell’oggetto di valore. Alla fine del racconto l’eroe viene
premiato con un dono: l’amore assoluto ed eterno.