Spazio e Ambiente
Collodi fa ampio uso delle indicazioni di tempo e spazio. Talvolta precisando con esattezza il tempo trascorso o la distanza percorsa, talvolta indicando un tempo e uno spazio indefinito, come è nella modalità della fiaba. A seconda delle situazioni l’autore adatta una diversa formula discorsiva, così, come fa notare Asor Rosa (1995, p. 31), lo spazio che separa il paese dalla spiaggia appare vasto mille chilometri al Colombo che porta faticosamente in groppa Pinocchio, mentre per i compagni di scuola di Pinocchio rappresenta un’ora di cammino tra andata e ritorno.
Collodi sembra quasi prediligere l’ambientazione notturna, che occupa una parte rilevante della narrazione. La notte fa da sfondo alle maggiori e più gravi disavventure di Pinocchio, come l’inseguimento degli assassini, la fuga dalla bocca del Pesce-cane, la trasformazione in ciuchino. Essa è descritta sempre con tonalità poco rassicuranti (la classica notte “buia e tempestosa” e per giunta invernale), che la connotano immediatamente come ambiente pericoloso risvegliando nel lettore sentimenti antichi, come la paura del buio e della morte.
Anche per ciò che concerne lo spazio il piano del reale e dell’immaginario si sovrappongono: non c’è un’ambientazione completamente realistica e una completamente fantastica, anche se si può certamente affermare che Collodi descriva i paesaggi della campagna Toscana, che conosce così bene. Sono cinque le principali scenografie in cui si svolgono le vicende di Pinocchio: la città, il paese, la campagna, il bosco e il mare. La città più nota dell’opera è quella di Acchiappacitrulli e non fa certo una bella figura: raccoglie ogni sorta di cialtrone e malandrino. La città riflette il moderno che si stava affacciando nell’Italia di fine Ottocento, portando con sé un mondo pieno di contraddizioni e ipocrisia. Il mondo contadino la fa da padrone in paese e in campagna, ma anche qui il giudizio di Collodi è critico: le campagne sono desolate e solitarie, i contadini sono severi e senza cuore, il paese è misero e deserto. Anche il bosco incute timore, esso è fitto e tenebroso, mentre il mare è denso di pericoli. Sulla base dell’ambientazione è possibile tracciare una distinzione tra la prima parte del romanzo e la seconda parte: nella prima la fa da padrone l’elemento della terra, mentre nella seconda parte le vicende si spostano nel mare. In ogni caso Collodi non descrive un mare aperto, ma il mare costiero vicino e accessibile anche ai bambini. Il mare ha una funzione salvifica, qui Pinocchio salva il suo babbo ed è qui che si chiudono le monellerie del burattino. Il burattino compie l’impresa glorificante, che lo consacra come “bambino buono”.