Requisiti
Poiché lo studio delle arti sceniche coinvolge ugualmente il corpo e la mente, ne consegue che il primo requisito sia la salute e il benessere psico-fisico della persona. Alcuni difetti o problematiche possono essere affrontate e risolte, ma generalmente occorre essere dotati di un corpo elastico e ben allenato e di una mente fresca e lucida. Non bisogna dimenticare che alcune disabilità permanenti costituiscono un ostacolo per una disciplina artistica, ma non per altre: ogni singolo caso esige quindi una diversa considerazione; nessuno è in grado di tracciare linee di demarcazione netta tra la possibilità o l’impossibilità di intraprendere lo studio di determinate discipline, a meno che non vi siano precisi obiettivi di formazione professionale, in tal caso le regole sono imposte dalle singole scuole.
In alcuni ambienti, come la danza classica, domina un’esasperata percezione dell’estetica, che richiede caratteristiche fisiche precise: elasticità, collo del piede pronunciato, apertura del bacino, coordinazione, salto ed elasticità della schiena, oltre che un basso peso corporeo. Nelle scuole più serie ogni requisito ha un suo tempo di acquisizione e una sua età ottimale, inoltre vengono impartite lezioni di alimentazione cercando di contrastare l’insorgere di malattie, come l’anoressia, dovute a regimi alimentari troppo severi. Questi requisiti sono meno rigidi se si passa alla danza moderna e contemporanea e addirittura perdono di significato nella danza hip-hop. Lo stesso ragionamento è applicabile al canto: se per il canto lirico e classico si esigono requisiti specifici e rigorosi, come l’assoluta padronanza dell’intonazione, una notevole ampiezza vocale e una tecnica impeccabile, in altri generi, come il pop o il rock, si è maggiormente flessibili, per non parlare del canto rap, dove i requisiti cambiano totalmente.
Per quanto riguarda la recitazione, a parte una buona capacità di movimento e un corretto sostegno della voce, non sono necessari requisiti specifici o, meglio, vi è un’ampia varietà di requisiti, che dipendono strettamente dalla tipologia dello spettacolo a cui è rivolto l’interesse dell’allievo. L’attore di prosa deve interpretare al meglio un testo e un personaggio, mentre l’attore di cabaret deve essere brillante e innovativo nell’improvvisazione, il mimo deve essere dotato di un’eccezionale abilità nel movimento, il clown deve padroneggiare l’effetto comico e l’uso delle maschere, l’attore di musical deve anche saper cantare e ballare.
Non è saggio rinunciare a danzare, cantare o recitare perché non si è in possesso di alcuni requisiti: infatti molti punti di debolezza possono essere migliorati con lo studio e l’allenamento. Solo dopo alcuni anni di scuola è possibile accertare se sia conveniente continuare a studiare oppure no, scelta che deve essere soppesata attentamente e in maniera oggettiva, cercando di non farsi influenzare da condizionamenti esterni. Inoltre se non si hanno requisiti sufficienti per una determinata disciplina, talvolta è sufficiente individuare il genere più adatto alle proprie capacità. Molti artisti si sono resi noti a livello internazionale più per le loro capacità interpretative ed espressive che per la loro tecnica, un esempio è Nureyev per la danza o Mia Martini per il canto. La capacità di interpretazione e l’espressività fa la differenza tra una buona esecuzione e l’opera d’arte, che commuove e appassiona il pubblico. È bello ricordare quanto diceva Martha Graham: “I più grandi ballerini non sono grandi per il loro livello tecnico, sono grandi per la loro passione”.
Durante la formazione bisogna avere molta pazienza e lavorare sodo, i miglioramenti arrivano a poco a poco e diversamente a seconda dei soggetti, occorre avere molta costanza e disciplina. Se si parte senza grossi handicap iniziali e si intraprende una buona scuola, gli ingredienti per ottenere degli ottimi risultati sono: una grande passione per l’arte, costanza e disciplina, training fisico, studio e aggiornamento continuo. Con un po’ di pazienza si può diventare artisti professionisti.