Da grande...

I giovani sono per loro natura vivaci, impulsivi e creativi. Benché queste siano appunto qualità necessarie alla creazione artistica, non tutti i bambini sono destinati a diventare tali. Riconoscere il talento sul nascere è quanto mai difficile e rischioso, è possibile invece scorgere una certa attitudine o una passione per una determinata disciplina artistica anche in Bambini a teatrogiovanissima età. Se il ragazzo prova l’irresistibile desiderio di muoversi ogni volta che sente la musica, o piuttosto si diverte improvvisando brevi scenette o imitando amici e parenti, o magari si fa sorprendere a cantare a squarciagola mentre impugna un phon a mo’ di microfono, ci sono buone probabilità che sviluppi con lo studio delle qualità artistiche.

Se è possibile ravvisare i primi sintomi di una grande passione per lo spettacolo, un’altra cosa è riconoscerla ed accettarla. Nell’opinione comune purtroppo non si associa  allo spettacolo l’idea di mestiere: l’artista, nel migliore dei casi, è considerato un fortunato dotato di talento e, magari, circondato da un alone di mistero e fascino, quando invece non sia giudicato un buffone sfaccendato e perdigiorno. Di conseguenza il ragazzo che esprima il desiderio di voler diventare da grande attore, ballerino o cantante, non viene preso sul serio oppure viene lentamente indirizzato verso quella che è considerata una strada più sicura e remunerativa. Si tratta di sogni? Certamente, ma non trattiamoli come sogni impossibili, tutt’altro!

Le arti dello spettacolo sono antiche quanto l’uomo stesso, si fondano su tecniche e metodologie che si sono evolute durante i secoli. Pensare che l’artista possa esibirsi soltanto grazie al proprio talento è un’ingenuità. Benché ovviamente occorra dimostrare una certa attitudine e abilità, lo studio e la pratica sono fondamentali. È innegabile, in ogni caso, che senza la passione per l’arte non si possa fare molta strada perché questo è un mestiere che richiede molti sacrifici:
-economici: occorre finanziarsi gli studi, le paghe all’inizio sono veramente minime, se non insignificanti. In Italia ci sono scarse garanzie e il lavoro è poco. È difficile inserirsi perché bisogna fronteggiare una concorrenza ampia e agguerrita e il sistema normativo italiano non agevola gli aspiranti artisti.
-sociali: occorre spostarsi spesso per presentarsi a nuovi casting, se si è stati presi per uno spettacolo bisognerà rendersi disponibile per delle tournée, il ritmo di lavoro è irregolare. Questo sicuramente non aiuta le relazioni affettive, il rapporto con i parenti e la creazione o il consolidamento di nuove amicizie.

In alcuni casi i pregiudizi ostacolano il riconoscimento di una propria passione o talento, come nel caso della danza: i ragazzi maschi che si avvicinano al mondo della danza devono fronteggiare critiche e scherni. Spesso la sola paura di essere derisi rappresenta un muro insormontabile per il ragazzo che, per essere accettato in classe, alla fine, preferisce darsi al calcio. Spesso la famiglia e la scuola non aiutano a dissipare i dubbi e incoraggiare la scelta e non lavorano affinché si instauri un clima rassicurante in cui il giovane senta di essere accettato. Il mondo della danza continua così a perdere tantissimi allievi dalle ottime potenzialità. Si tratta di un grave danno: non possiamo conoscere infatti quali livelli artistici e tecnici potrebbero essere raggiunti con il contributo di coloro che ne sono stati tenuti lontani per semplici pregiudizi. Purtroppo i condizionamenti sociali sono i più difficili da abbattere e bisognerà attendere decenni perché abitudini e tradizioni consolidate cambino.

Una cosa importante è non dimenticare che lo studio delle arti sceniche in ogni caso porta un giovamento personale anche se poi non diventa una professione: infatti raffina e consolida gli strumenti espressivi, la voce ed il corpo, che i giovani imparano ad utilizzare nel contesto sociale e familiare, ma che spesso sono viziati da usi errati o non appropriati, aiuta inoltre ad acquisire consapevolezza nel movimento e una maggiore padronanza delle proprie capacità, e a sviluppare le capacità di relazione con gli altri.