Diverse edizioni
Oltre alla prima edizione del 1883 comparvero altre quattro edizioni prima della morte dell’autore: 1886, 1887 (di cui non resta traccia), 1888 (tutte presso la Libreria editrice Felice Paggi); 1890 (presso R. Bemporad & Figlio, concessionari della Libreria Paggi).
La metodologia seguita per il trattamento dei testi e la stampa non era certamente accurata e capitava che i manoscritti di Collodi, già nella pubblicazione a puntate, venissero corretti e sottoposte a modifiche per quel che riguarda lessico e grammatica. Il moltiplicarsi delle edizioni successive andava ad aggiungere altre modifiche e correzioni, nonché propri errori e sviste. L’edizione Bemporad del 1921 è di particolare rilievo perché ritorna all’edizione del 1883.
L’edizione critica del testo è problematica perché gli unici manoscritti giunti fino a noi riguardano gli ultimi due capitoli e sono conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, mentre al Museo Centrale del Risorgimento di Roma è conservato un finale inedito che era stato scartato dall’autore. Non potendo conoscere quanto e come l’autore fosse intervenuto nelle edizioni pubblicate finché era in vita l’edizione critica si divide sulla base di due assunti diversi: l’una, che fa capo ad Amerindo Camilli, prende come riferimento la prima edizione del 1883, assumendo che Collodi sia intervenuto sul testo soltanto nel corso della pubblicazione a puntate e che sia rimasto estraneo alle successive modifiche e correzioni operate dai vari redattori; la seconda, sostenuta da Ornella Castellani Pollidori, assume, al contrario, che Collodi abbia approvato tutte le edizioni successive, finché era in vita, e che una critica su Pinocchio non possa prescindere dal confronto di tutte le edizioni fino a quella del 1890.