teatro yiddish

Il teatro Yiddish nasce nel 1876 con la prima compagnia teatrale professionale a Iasi in Romania.

Abraham Goldfaden

Abraham Goldfaden (1840-1908) è generalmente considerato il fondatore.
Ebreo originario della Russia, Goldafen trascorse la sua vita in diversi paesi dell’Europa centrale.
Studia medicina a Monaco di Baviera, ma abbandona presto gli studi per recarsi a Iași, capitale storica della Moldavia.
Nel 1876, durante la tradizionale festa del Purim, mette in scena la sua prima rappresentazione teatrale: un adattamento di Serkele, commedia in lingua yiddish del 1861 scritta dal poeta e drammaturgo Solomon Ettinger.
Un anno dopo si trasferisce a Bucarest.
Un gruppo di ebrei russi, che stanno facendo fortuna con la guerra turco-russa del 1877-1878, decidono di finanziare una vera e propria compagnia teatrale.
Il successo di pubblico è notevole.
In seguito alla crisi economica che investe i suoi mecenati, nel 1883 Goldfaden emigra negli Stati Uniti d’America.

La compagnia

La compagnia di Goldfaden iniziò tutta al maschile, ma presto presto vennero accolte anche attrici.
Rimase relativamente comune nel teatro yiddish che i ruoli femminili, in particolare i ruoli comici, fossero interpretati da uomini.
Le donne a volte interpretavano anche ruoli maschili: Molly Picon era una famosa Shmendrick.
Molte delle prime opere teatrali yiddish erano costruite intorno a una serie di ruoli tradizionali: prima donna, soubrette, comico, amante, cattivo, malvagio…
Un uomo e una donna più anziani per i ruoli dei personaggi e uno o due in più per i pezzi di ricambio come potrebbe richiedere la trama.
La componente musicale può variare da un singolo violinista a un’orchestra.
Questo impostazione era molto conveniente soprattutto per una compagnia itinerante.
Le compagnie di teatro Yiddish erano spesso imprese familiari: un marito, una moglie e spesso i loro figli che recitavano nella stessa compagnia.

La lingua Yiddish

Mentre il teatro Yiddish ottiene un successo immediato presso le grandi masse di ebrei, una piccola parte della comunità ebraica, centrata tra ebrei ortodossi e chassidici, rimase contraria.
Costoro si lamentavano della mescolanza di uomini e donne nel pubblico e sull’uso della musica e della danza al di fuori dei contesti sacri.
Un altro fattore di critica era che il “gergo” yiddish veniva promosso a scapito dell'”ebraico” corretto.
La lingua aschenazi, nota anche come yiddish, è una lingua germanica occidentale parlata dagli ebrei aschenazi.
Si sviluppò nell’XI secolo in Renania e poi si diffuse in Italia settentrionale, nei Paesi Bassi, nell’Europa centrale e orientale, nelle Americhe, in Sud Africa, Australia e Israele.
La lingua yiddish, o giudeo-tedesco, deriva dalla cultura degli ebrei aschenaziti e si distingue dall’ebraico biblico e dall’aramaico, generalmente definiti come “lingua sacra”.
Attualmente, la lingua yiddish presenta due principali varietà: yiddish occidentale, parlato dagli ebrei dell’Europa germanofona, in Italia settentrionale, in Terra d’Israele e in Egitto; e yiddish orientale, parlato dagli ebrei dell’Europa orientale.
La differenza più marcata tra le due è l’inclusione di numerosi termini dalle lingue slave nello yiddish orientale.

Teatro Yiddish

Seguendo le orme del pioniere Abraham Golfaden, le successive compagnie nate adottarono il canone da lui creato e proponevano commedie leggere, musicali, adatte ad un pubblico quasi prettamente rurale.
Le messe in scena erano spesso danze in maschera per celebrare le feste, rappresentazioni satiriche, canti sacri e laici.
Il successo di Goldfaden e la sua compagnia crebbe enormemente in Europa, portando la loro arte nella Russia imperiale, fino ad arrivare oltre continente a New York e Buenos Aires.
La Russia fu l’ambiente perfetto per una crescita intellettuale importante del teatro Yiddish perché il pubblico era più raffinato.
Tuttavia, in seguito all’attentato allo zar Alessandro e alla rivolta antisemita, molte compagnie sono costrette ad emigrare.

Teatro Yddish in America

Negli Stati Uniti si crea un ceppo importante di artisti e compagnie Yiddish.
I primi periodi americani non avevano molti testi scritti.
Le messe in scena si realizzavano sul palco ed erano tramandate oralmente.
Le prime compagnie amatoriali portarono le canonicità definite da Goldfaden.
Ben presto si iniziarono anche a proporre drammi di scrittura europea e ci volle poco prima che il teatro Yiddish si distaccasse dal “padre” europeo e Goldfaden. L’ampiezza del fenomeno ebbe grande risonanza, attirando l’attenzione di altri scrittori di diversa cultura.
Se prima si contavano circa 50 opere tradotte, ci fù un incremento.
Anche le tematiche trattate si diversificarono, si ampliò e migliorò il repertorio.
La terza diaspora verso il nuovo mondo, trovò terreno fertile a New York e Montreal, le città si riempirono di attori e drammaturgi che avevano a cuore il progetto di continuare l’attività artistica inizata in Europa.
Nacquero presto locali dove si suonava musica tradizionale ebraica, si danzava e si mettevano scena operette più o meno.
L’Olocausto fu un tasto dolente per la storia del teatro Yiddish, ma mai al punto di metterlo a tacere. La comunità ebraica mondiale riprese dalle atrocità vissute nuova forza ed ispirazione.

Conclusione

«Recitare in yiddish è un mix di modi di fare, battute, mimiche, espressioni facciali. Il teatro yiddish si caratterizza per un modo di gesticolare peculiare, diverso dagli altri. Per certi versi, somiglia ai modi in uso nei paesi mediterranei, più che a quelli del nord-est Europa: un italiano che si recava in Polonia durante gli anni Settanta-Ottanta del XX secolo, veniva subito scambiato per un ebreo»
[Olek Mincer, attore nato a Leopoli che oggi vive in Italia].

Per approfondire:

La rinascita dello Yiddish

[Recitazione Cine-TV – Relazione di Nikla Onesti]

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